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trama del gdr

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Anno 5001, c'è sempre stato l'uomo, e ci sono sempre stati loro, le creature. Fin dall'inizio in conflitto. Esse erano forti e dotate di poteri per certo al di sopra delle abilità umane, per anni hanno terrorizzato le popolazioni, finché l'uomo, un giorno, non trovò l'arma definitiva, quella perfetta e in grado di proteggerli tutti: i sacerdoti. Guerrieri dalle capacità straordinarie, adepti al combattimento, agili, scaltri, tutte abilità che la Chiesa si è preoccupata di affinare per distruggere i figli del Demonio che assediavano le loro città. La terra ridotta ad un arido deserto, ormai c'è poco da proteggere, ma alcune città vivono ancora: Istambul, Londra e Roma. Esse addestrano nuovi sacerdoti giorno per giorno, nella speranza di far risorgere la razza umana e contrastare le creature.
Tempo addietro gli umani, stanchi di essere assediati, tentarono un approccio quasi pacifico con le creature, per quanto esse potessero essere malvagie e assetate di sangue: crearono delle riserve, esse avevano il compito di tenerli ingabbiati, in modo che non creassero morte e distruzione tra il resto degli abitanti del pianeta Terra, ma ovviamente, non si poteva neanche pensare di tenere priginiero ciò che per secoli era stato libero.
Le creature si ribellarono ed entro poco tempo abbaterono le difese che separavano il mondo esterno dall'interno delle riserve.
Le mura cedettero e i Figli del Male si riversarono fuori come un'orda, imponente, orribile, quasi si poteva percepire la loro rabbia, la disperazione e la malvagità. L'odio che provavano verso gli umani era così tangibile, così vivo e pulsante, poteva essere quasi solido, tanto da poterci camminare sopra. Ingabbiarli! Che stupidi erano stati. Sciocchi e ingenui. Fermare qualcosa di così potente, o almeno, tenetare. Gli umani non avevano la minima idea a cosa erano andati incontro. Avevano solo avvicinato il momento della loro estinzione, allungando la loro agonia, allungando il tempo che ci sarebbe voluto per farli fuori tutti.
Fu così che le Creature invasero la Terra e furono gli umani, a quel punto, a doversi rifugiare tra delle mura, dietro dei cancelli di ferro, in sole tre città.
Tornarono in campo i Sacerdoti, che in precedenza erano stati liberati dai loro doveri perché si pensava che ormai, dopo la creazione delle riserve non ci sarebbe più stato bisogno di loro.
Sacerdoti e Creature, sta per iniziare una nuova guerra, più violenta e sanguinosa e una profezia incombe.
Vi si narra di un tempo dove i Fernir erano creature sì del Demonio ma erano innocue. Essi non attaccavano, non uccidevano le persone se queste non le stuzzicavano, il loro padre aveva dato loro l'opportunità di vivere come gli altri umani assumendo le sembianze dell'animale solo durante la notte. Spesso in questi periodi di tempo si spostavano in branco, con un capo che li guidava e impartiva regole per non farsi scoprire. Uno di questi era Fernir Blackclaw,il capobranco e capistipite della specie, un lupo dal manto nero che in sembianze umane era un giovane dalla pelle olivastra, capelli neri e dagli occhi scuri.
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Una notte, mentre marciavano verso qualche terra lontana, si accamparono aspettando l'alba del nuovo giorno per continuare, ma il silenzio venne spezzato dal pianto di una fanciulla che proveniva dal folto bosco e Fernir, svegliato dai singhiozzi, uscì dalla sua tenda per dirigersi verso la fonte di quei continui lamenti. Sembrava che provenissero dal lago vicino e non appena egli arrivò si imbattè in una fanciulla, Ofelia Redsorrow, dai capelli scarlatti, color del sangue e dalla pelle chiara, quasi bianca che stava seduta sulla riva dello specchio d'acqua a versare lacrime che formavano, su di essa, cerchi perfetti che si allargavano sulla superficie. Mai aveva visto una simile creatura di una tale bellezza che riluceva nel buio della notte come se avesse dentro di se la luna stessa e ne rimase così affascinato che sentiva il bisogno, il desiderio, di guardarle il viso. Ma non appena avanzò di un passo, la fanciulla si voltò mostrando il suo volto sorpreso e spaventato, con gli occhi azzurri terribilmente arrossati dal pianto che fecero male al cuore del lupo. Ella era la capostidite delle Ofelie, una sorella, nata dallo stesso padre e conosciuta come un'anima che si era tolta la vita, ma che poi si era reincarnata nel corpo di una donna dagli occhi arrossati a causa delle lacrime. Stava quasi per ributtarsi nelle acque, per nascondersi, ma Fernir la fermò prendendola per un polso e chiedendole: «Perchè piangete? Le prometto che non le farò del male, non è nelle mie intenzioni» disse il ragazzo rimanendo ancora più colpito da quella bellezza. La creatura inizialmente spaventata, si rassicurò vedendo in lui qualcosa che solo due esseri così simili potevano cogliere. Aveva capito che lui era Fernir. «Piango perchè mio marito mi ha tradito» rispose la giovane con voce spezzata dal pianto. «Piango perchè io gli ho donato il cuore e lui ci ha camminato sopra» continuò a raccontargli della sua storia, fino a quando non disse come si era suicidata e Fernir, sentendosi dispiaciuto volle aiutarla proponendole che l'avrebbe appoggiata nella sua vendetta se solo ella sarebbe rimasta poi al suo fianco, come sua compagna. La giovane accettò in quanto anche lei provava qualcosa per quel Fernir, innamorandosi del suo buon cuore, della sua bellezza. Una notte, il ragazzo si trasformò in lupo e accompagnò la sua amata a casa del suo vecchio marito, ormai vedovo, uccidendo prima lui, poi la nuova famiglia che aveva creato, non risparmiando nè i figli nè la nuova moglie. I due innamorati credettero di poter vivere felicemente insieme, ma il destino non fu buono con loro. I genitori dell'uomo che lei un tempo aveva amato le diedero la caccia e non appena la trovarono, la uccisero. Fernir giunto troppo tardi per salvare la sua amata, sapeva già che orrida vista lo aspettava e quello che si era immaginato non fu poi tanto diverso dalla reltà: la sua amata era stesa sul prato, abbracciata da fili d'erba e cullata dal vento, placido, che le scompigliava i capelli, ormai anch'essi privi di vita, scarlatti, dello stesso colore delle gocce di sangue sulla sua pelle lattea. La sua amata, strappata alla vita una seconda volta. Il Fernir si inginocchiò accanto a lei e ne prese il corpo fra le braccia, piangendo per un giorno e per una notte e infine, quando il corpo di lei si trasformò in polvere nelle sue mani si alzò con una furia cieca negli occhi. Tornò dal suo branco e con voce potente fu udito da tutti i suoi sottoposti: <<da questo giorno in poi saremo i protettori delle Ofelie, le loro ombre, proteggeremo le nostre sorelle anche a costo della vita, fino alla fine dei tempi>>

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Passa il tempo ma i contrasti tra la chiesa e le creature non si placa, ogni giorno nascono nuovi conflitti, e da questi nuove guerre che portano sempre di più il paese al declino; il mondo che è rimasto non vede la luce da molti decenni e nessuno ricorda la sensazione di calore che una volta dava il sole. La chiesa, determinata a porre fine a tutte le creature scoprì una profezia nella quale venivano dette tutte le successioni papali fino al giorno del giudizio, la profezia di Malachia. In particolare, sette versi, sette versi scritti in latino arcaico tradotte come l’avvento di sette arcangeli che avrebbero ripristinato ordine dal caos. La chiesa in breve, spinta dalla bramosia di porre fine, ma soprattutto per il potere e la supremazia, cercò il modo di far avverare queste profezie ed è in questa parte della storia che compaiono i negromanti.
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Stregoni, magi, guaritori, sciamani, indovini. In ogni parte del mondo hanno un nome diverso, discriminati e cacciati, i pochi sopravvissuti si sono resi introvabili per gente ottusa che non sa apprezzare il loro vero potenziale; la chiesa stessa da loro la caccia, per usarli in questi rituali e per poi ucciderli a lavoro finito. Ma la chiesa non aveva considerato che ad ogni azione vi è sempre una reazione: ad ogni arcangelo portato sulla terra vi è un opposto, un peccato. I peccati sono demoni, come gli arcangeli portano ordine i peccati portano il caos, peggiorando, a vista della chiesa, la situazione. Quindi, questa è la situazione attuale: la chiesa che si serve degli arcangeli e le creature dei peccati. Sarà davvero così? O queste nuove entità hanno uno scopo più elevato del destino della Terra?

Elysium

Vi è un luogo però, che non è stato raggiunto dalle guerre, con il passare dei secoli diverse leggende su di esso si sono intrecciate, così tante al punto che nessuno ne conosce la vera storia. Questo posto offre rifugio a chi è stanco di combattere per la propria vita, viene chiamato con decine di nomi diversi, ma il più conosciuto è Elysium.
Tanto tempo fa, un gruppo di sacerdoti si era distinto come il peggiore agli occhi della chiesa, essi mostravano idee libertine, di giustizia e di pace, una pace che però agli occhi della chiesa non era quella giusta. Col passare dei giorni avevano sempre più l’appoggio del popolo che iniziava a pensare con la propria testa, stavano diventando pericolosi e dovevano essere eliminati; ma facendo ciò la chiesa li avrebbe resi martiri, morti per il bene del popolo, invece doveva fare in modo che venissero prima dimenticati. Così la chiesa approvò loro una spedizione verso ovest, la Chiesa aveva inventato delle trasmissioni provenienti dal devastato ex continente americano, segni di una possibile vita; dovevano recarsi lì e accertarsi se effettivamente era ancora abitato.
Il gruppo partì per mare, passarono giorni di navigazione tranquilla, quando le previsioni avevano annunciato una forte tempesta persero il controllo della nave, due dell’equipaggio morirono risucchiati dagli abissi, gli altri con l’imbarcazione furono spinti e travolti dalla tempesta. Tuttavia, per fortuna, avvistarono terra e decisero di ripararsi lì fino a quando la tempesta non fosse finita. Si rifugiarono in una caverna, protetti e apparentemente al sicuro passarono lì la notte, mentre il mare in burrasca si infrangeva minaccioso contro la gli scogli. Il mattino successivo tutto era calmo anche se il sole era ancora oscurato da nuvole grigie, decisero quindi di esplorare quella terra sconosciuta e raccogliere provviste per il viaggio. notarono segni di popolamento sebbene non avessero mai sentito parlare di quel posto. Il clima era freddo, c’era neve nelle alture e nessun segno di vita umana, apparentemente. Apparentemente perché pochi giorni dopo, nei quali i sacerdoti si erano impegnati nelle riparazioni della nave battuta dalla furia del mare, iniziarono a notare segni di civiltà. Trovarono infatti dei tronchi accatastati e, quindi, apprendendo di non essere soli sull'Isola, decisero di indagare. Si divisero, due avrebbero continuato ad occuparsi dell'imbarcazione e altri due avrebbero sorvegliato la legna finché qualcuno non fosse venuto a prenderla. Quando ciò accadde i due sacerdoti incaricati seguirono quella che sembrava una squadra di una ventina di uomini. Essi presero i tronchi, aiutandosi con un’avanzata tecnologia e giunsero fino ad una caverna nella quale entrarono insieme alla legna.
I due sacerdoti tornarono dai loro compagni, raccontando ciò che avevano visto e decisero di esplorare la grotta. Una volta arrivati mossero i primi passi al suo interno, camminarono per diversi minuti facendosi luce con una torcia elettrica, ma quell'esplorazione non durò molto, infatti i misteriosi abitanti li stavano già osservando da parecchio nel tentativo di capire le loro intenzioni, solo quando furono ai pressi di un bivio i sacerdoti furono circondati. Torce e armi da fuoco furono puntate loro contro. I sacerdoti non avendo scelta si arresero al volere degli uomini e lasciandosi ammanettare i polsi e bendare gli occhi si fecero scortare sempre più in profondità nella grotta. Il cammino fu lungo, ma in pendenza. I rumori cominciarono ad affiorare sostituendo il silenzio fino a quel momento interrotto solo dai loro passi: il vociare di una gran folla, risate, rumore di macchinari, era il rumore della vita. Quando tolsero loro le bende ciò che si stagliò di fronte ai loro occhi li lasciò a bocca aperta. Vi era una moltitudine di gente: umani, sacerdoti e addirittura Fernir che conversavano o giocavano fra loro pacificamente. Case, palazzi. Era una città sotterranea, moderna, con una tecnologia pari a quella delle Tre Città in superficie.
Tempo dopo appresero che quella era Elysium, dopo aver spiegato come era andata: il naufragio e la missione affidatagli dalla Chiesa, vennero accolti come suoi cittadini, tre di loro rimasero, costruendosi una vita ripartendo da zero. Un solo sacerdote lasciò la città sotterranea con la missione di far sapere dell'esistenza di quel rifugio che avrebbe potuto accogliere tante altre persone in cerca di libertà e pace. Il sacerdote però comprendeva che non tutti avrebbero potuto capire il dono che offriva quella città pacifica, quindi si promise di confidare il segreto solo a persone certe che non avrebbero portato alla rovina la città.

Tuttavia, questa è solo una delle tante leggende che parlano di Elysium, infatti si dice anche che un uomo, fuggito da chi lo voleva morto aveva trovato un rifugio nel sottosuolo e ogni volta che degli sventurati naufragavano sull'isola egli li accoglieva e ne accolse così tanti che infine per rispondere ad ogni loro bisogno fondò la città, governandola.
In realtà, Elysium, è, si, come descritta nella leggenda che vi abbiamo raccontato: autosufficiente, sicura e in pace, ma non è governata da un solo uomo, ma divisa in distretti. Ogni distretto ha il proprio rappresentante e in tutto sono cinque. Essi, ogni sei mesi si riuniscono per risolvere i problemi che ogni città ha.